Il conte Hugo Von Wolfburg
Il conte Hugo Von Wolfburg, appollaiato sul suo splendido
cammello albino, scrutava attraverso l’occhialino la massa
cenciosa e miserabile che lo attorniava.
Provava un po’ di commiserazione e di disgusto per quei
poveretti.
Lui stava divorando il quarto panino al prosciutto.
L’appetito non gli era mai mancato.
Era solo un po’ ossessionato dai queruli mendicanti
che gli chiedevano l’elemosina con sempre maggiore
insistenza, petulanti, brulicanti intorno a lui.
Un po’ preoccupato, non potendo più proseguire,
il grasso conte si mise a gettare pezzi di pane con
prosciutto nelle fauci voraci di quei miserabili.
La sua carità pelosa non gli servì a nulla.
La sua carne bianca, grassa, ricca di proteine era
una tentazione troppo forte per quella torma di disperati.
Il povero conte fu tirato giù dal cammello, e finì divorato.
Ma fu come una goccia d’acqua nel mare.
cammello albino, scrutava attraverso l’occhialino la massa
cenciosa e miserabile che lo attorniava.
Provava un po’ di commiserazione e di disgusto per quei
poveretti.
Lui stava divorando il quarto panino al prosciutto.
L’appetito non gli era mai mancato.
Era solo un po’ ossessionato dai queruli mendicanti
che gli chiedevano l’elemosina con sempre maggiore
insistenza, petulanti, brulicanti intorno a lui.
Un po’ preoccupato, non potendo più proseguire,
il grasso conte si mise a gettare pezzi di pane con
prosciutto nelle fauci voraci di quei miserabili.
La sua carità pelosa non gli servì a nulla.
La sua carne bianca, grassa, ricca di proteine era
una tentazione troppo forte per quella torma di disperati.
Il povero conte fu tirato giù dal cammello, e finì divorato.
Ma fu come una goccia d’acqua nel mare.