La Sfinge
La realtà, sia quella dei rapporti interpersonali, famigliari, sociali
ci appare irrazionale, caotica, frantumata. Talvolta ci auguriamo che
la Giustizia, il merito, le virtù civiche, la Ragione unita al Sentimento
sappiano raddrizzare le sorti del nostro Paese e di altri dei quali
veniamo a conoscere le disgrazie dalla TV e dai quotidiani.
Vorremmo che si fermasse la deriva verso l’Oscurantismo,
la Barbarie, l’ostracismo nei confronti delle minoranze, l’Egoismo sociale.
Senza le nostre cosiddette illusioni, l’impegno culturale e le battaglie civili
non è possibile vivere una vita decente. Senza quelle prevale un senso
di morte, fine del futuro, mancanza di senso della realtà.
Mancano le Levatrici antiche, Le Muse, che aiutano a far nascere
e proteggono le Arti, e fanno nascere l’amore per il bene comune,
quello della Collettività, della Polis.
Ci manca la figura della Sfinge che affronta Edipo sbarrandogli
la strada e gli pone domande essenziali per la vita o per la morte.
Può sopravvivere una Civiltà se prevale la rapacità sul rispetto
dell’ambiente, della salute, della sicurezza sul posto di lavoro?
E in generale si può negare il pari diritto dei popoli all’uso
delle risorse del pianeta, incluse l’acqua e i prodotti alimentari?
Tutti i popoli del pianeta hanno diritto alla vita, alla dignità ed alla
salute. Bisogna difendere il diritto alla speranza ed al lavoro.
Bisogna riaffermare il principio dell’Eguaglianza. Contro il Liberismo
selvaggio, contro la rapacità di un sistema produttivo che non riflette
su sè stesso e non valuta le conseguenze delle sue strategie in assenza
di controlli politici e collettivi. La Sfinge, metà donna, metà leone, con ali
di uccello rapace ci sbarra la strada e ci pone la stessa domanda:
“Scegliete la vita o la morte? Volete mantenere la speranza in un futuro
degno di essere vissuto o no?”
“Credete o no che ogni persona ha diritto a poter sviluppare le sue capacità
personali ed a contribuire, con lo studio, il lavoro, attività solidali ed artistiche,
alla crescita civile della società in cui vive? O no?
Credete invece solo nell’egoismo individuale, nei soldi, nei poteri forti?”
“Rinunciate dunque al Futuro?”
ci appare irrazionale, caotica, frantumata. Talvolta ci auguriamo che
la Giustizia, il merito, le virtù civiche, la Ragione unita al Sentimento
sappiano raddrizzare le sorti del nostro Paese e di altri dei quali
veniamo a conoscere le disgrazie dalla TV e dai quotidiani.
Vorremmo che si fermasse la deriva verso l’Oscurantismo,
la Barbarie, l’ostracismo nei confronti delle minoranze, l’Egoismo sociale.
Senza le nostre cosiddette illusioni, l’impegno culturale e le battaglie civili
non è possibile vivere una vita decente. Senza quelle prevale un senso
di morte, fine del futuro, mancanza di senso della realtà.
Mancano le Levatrici antiche, Le Muse, che aiutano a far nascere
e proteggono le Arti, e fanno nascere l’amore per il bene comune,
quello della Collettività, della Polis.
Ci manca la figura della Sfinge che affronta Edipo sbarrandogli
la strada e gli pone domande essenziali per la vita o per la morte.
Può sopravvivere una Civiltà se prevale la rapacità sul rispetto
dell’ambiente, della salute, della sicurezza sul posto di lavoro?
E in generale si può negare il pari diritto dei popoli all’uso
delle risorse del pianeta, incluse l’acqua e i prodotti alimentari?
Tutti i popoli del pianeta hanno diritto alla vita, alla dignità ed alla
salute. Bisogna difendere il diritto alla speranza ed al lavoro.
Bisogna riaffermare il principio dell’Eguaglianza. Contro il Liberismo
selvaggio, contro la rapacità di un sistema produttivo che non riflette
su sè stesso e non valuta le conseguenze delle sue strategie in assenza
di controlli politici e collettivi. La Sfinge, metà donna, metà leone, con ali
di uccello rapace ci sbarra la strada e ci pone la stessa domanda:
“Scegliete la vita o la morte? Volete mantenere la speranza in un futuro
degno di essere vissuto o no?”
“Credete o no che ogni persona ha diritto a poter sviluppare le sue capacità
personali ed a contribuire, con lo studio, il lavoro, attività solidali ed artistiche,
alla crescita civile della società in cui vive? O no?
Credete invece solo nell’egoismo individuale, nei soldi, nei poteri forti?”
“Rinunciate dunque al Futuro?”