Underwood
Chris Underwood non sapeva che gli avrebbero sparato
all’uscita della stazione ferroviaria di Boston.
Aveva fatto tanti progetti sulla sua nuova vita nel cottage
nuovo di zecca.
Nelle settimane precedenti la sua mente spesso si involava
dalla realtà quotidiana e si perdeva in fantasticherie:
il suo studio da pittore, l’amicizia eccitante di Laureen
dalle lunghe e sottili labbra rosse.
E poi le gite ai laghi smisurati in Canada, le ricerche
araldiche sui suoi antenati irlandesi parenti di San Colombano,
le nuove amicizie, i libri, il sole, il vento, la pioggia,…
l’esplorazione di territori selvaggi, lo studio della natura
e degli animali nel loro ambiente naturale.
Si sarebbe finalmente staccato dalla vecchia vita monotona
per inseguire questo desiderio di libertà, di fuga verso
un ideale di eterna giovinezza, di accordo ritrovato tra mente
ed istinto.
Aveva vissuto fingendo una moralità che non aveva,
contendendo a morsi ed a pugnalate alle spalle affari
e commesse ai suoi concorrenti.
Business is business! Era stato costretto a rovinare
anche il suo amico Jack che gli aveva fatto da testimone
alle nozze.
Gli spararono appena sceso dalla scalinata.
C’era vento e la sua sciarpa rosso rubino svolazzava.
Indossava un bellissimo impermeabile bianco
ed un cappello di feltro a larghe tese. La sua mano destra
impugnava saldamente una splendida valigia di coccodrillo.
Cadde senza accorgersi nemmeno di morire.
Se era accompagnato da qualcuno era forse un’ombra che
si eclissò e fuggì nell’ignoto.
Quando la polizia aprì la sua valigia trovo’ insieme agli
indumenti personali ed a una raffinata collezione di pipe
un manoscritto in pergamena in lingua parsi con raffinate
poesie di scrittori sufi che elogiavano le virtù del vino, della musica,
della danza e della esperienza di vita-pensiero degli
antichi maghi-poeti persiani.
all’uscita della stazione ferroviaria di Boston.
Aveva fatto tanti progetti sulla sua nuova vita nel cottage
nuovo di zecca.
Nelle settimane precedenti la sua mente spesso si involava
dalla realtà quotidiana e si perdeva in fantasticherie:
il suo studio da pittore, l’amicizia eccitante di Laureen
dalle lunghe e sottili labbra rosse.
E poi le gite ai laghi smisurati in Canada, le ricerche
araldiche sui suoi antenati irlandesi parenti di San Colombano,
le nuove amicizie, i libri, il sole, il vento, la pioggia,…
l’esplorazione di territori selvaggi, lo studio della natura
e degli animali nel loro ambiente naturale.
Si sarebbe finalmente staccato dalla vecchia vita monotona
per inseguire questo desiderio di libertà, di fuga verso
un ideale di eterna giovinezza, di accordo ritrovato tra mente
ed istinto.
Aveva vissuto fingendo una moralità che non aveva,
contendendo a morsi ed a pugnalate alle spalle affari
e commesse ai suoi concorrenti.
Business is business! Era stato costretto a rovinare
anche il suo amico Jack che gli aveva fatto da testimone
alle nozze.
Gli spararono appena sceso dalla scalinata.
C’era vento e la sua sciarpa rosso rubino svolazzava.
Indossava un bellissimo impermeabile bianco
ed un cappello di feltro a larghe tese. La sua mano destra
impugnava saldamente una splendida valigia di coccodrillo.
Cadde senza accorgersi nemmeno di morire.
Se era accompagnato da qualcuno era forse un’ombra che
si eclissò e fuggì nell’ignoto.
Quando la polizia aprì la sua valigia trovo’ insieme agli
indumenti personali ed a una raffinata collezione di pipe
un manoscritto in pergamena in lingua parsi con raffinate
poesie di scrittori sufi che elogiavano le virtù del vino, della musica,
della danza e della esperienza di vita-pensiero degli
antichi maghi-poeti persiani.